La mia candidatura alle elezioni regionali 2010

Care amiche e amici,

sono un lavoratore pubblico e ne sono fiero. Vivo a Segrate, San Felice, in Provincia di Milano. Mi occupo di fiscalità e conosco bene il settore della cooperazione e dei finanziamenti pubblici.

Credo che un servizio pubblico efficiente non possa prescindere da personale preparato e motivato in grado di restituire alla collettività un servizio proporzionato alle imposte versate.

Per ridare dignità, economica e professionale ai lavoratori e per salvaguardare il nostro territorio e il diritto alla salute

"UNO PER TUTTI"

UNO PER TUTTI

UNO PER TUTTI

martedì 23 marzo 2010

IL FISCO CHE VORREI

IL FISCO CHE VORREI
Ovvero Fisco Federale.
Ecco come vedo una vera riforma fiscale.

Parlare di Federalismo fiscale significa cambiare tutto per non cambiare nulla. Non credo di poter essere smentito solo considerando il tempo che è trascorso da quando se ne è parlato la prima volta (epoca Craxi). Da una parte ci si è sforzati di costituire un più o meno accentuato decentramento; dall’altra si è tentato di realizzare una vera secessione. Già la locuzione “Federalismo fiscale” trascina ad un “non senso”, irrealizzabile per sua natura e non realizzato di fatto. È come dire: “europeismo scolastico” oppure “cristianesimo legale” o ancora “socialismo partitico”. Ed infatti, sono accettabili concetti esattamente contrari, in quanto è il meno che sta nel più: è la scuola che può essere europea, e la legge che può essere ispirata al cristianesimo, è il partito che può essere socialista. Allo stesso modo è il FISCO che può (e dovrebbe) essere federale, in quanto attinente ad uno Stato federale.

FISCO FEDERALE, nel significato maturato nella mia esperienza lavorativa e sindacale, non è quello riconducibile al novellato articolo 119 della Costituzione, bensì quello ad una signoria piena delle Regioni sulla propria fiscalità, che applicano le imposte e gli altri tributi, li accertano, quindi riversano un loro proprio contributo allo Stato Federale. Uno Stato federale che si rispetti, infatti, non è più debole di quello unitario, ma nel gioco delle autonomie vere, esso sostiene un ruolo forte di percettore delle imposte dalle Regioni e di arbitro delle loro corrette relazioni fra regioni (evitare, per esempio, che proprio con la leva tributaria, si attui una concorrenza sleale fra Regioni). In questa visuale il flusso delle risorse non sarà più ContribuenteStatoRegioni, ma ContribuenteRegioniStato, dove le Regioni sono al tempo stesso Ente impositore e accertatore (nei confronti dei Cittadini e degli altri soggetti passivi tributari) e Contribuente (nei confronti dello Stato federale).

Un cittadino diventa veramente maggiorenne quando è padrone delle proprie risorse, percettore di redditi e dispensatore di spese (abbia o non abbia raggiunto i 18 anni); allo stesso modo le Regioni saranno maggiorenni quando verrà riscritto l’articolo 119 della Costituzione dando loro una potestà tributaria completa ed una speculare responsabilità. In questo modo anche la spesa politica regionale si ridimensionerà e con essa la corruzione regionale; sprechi e corruzione sono fattori che frequentemente si azionano nel caso in cui i soggetti non attingono a risorse proprie.

Il Corpo Amministrativo Tributario apparterrà alle Regioni le quali avranno propri Uffici fiscali, ma funzionari e dirigenti dovranno essere autonomi dall’Autorità Regionale al fine di poter garantire il rispetto delle norme comunitarie, costituzionali statali e (da ultimo) regionali. E per questo ipotizzo un albo nazionale, dei Funzionari e dirigenti tributari regionali (eventualmente tenuto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri), con un proprio ruolo ed un ordinamento pubblicistico governato dalla legislazione statale.

Tale idea, è ovvio, presuppone una completa riscrittura della Costituzione e delle Autonomie con il presupposto della scomparsa delle Regioni a Statuto speciale, che avevano una ragion d’essere all’indomani della fondazione della Repubblica e per affievolire le tensioni autonomiste, ma che oggi sono solo un fattore di discriminazione e di concorrenza sleale fra le Regioni (in specie nel settore del Turismo).

venerdì 19 marzo 2010

Gli “Arrabbiati di Milano”

Sabato 20 marzo 2010, a Milano.

Ore 19.30 - 21.00 - Incontro con gli “Arrabbiati di Milano” in largo Carrobbio (fermate MM1 e MM3 Duomo - in fondo a Via Torino), presso il wine bar “Pane & Vino”. Si tratta di una serata che vuole essere la continuazione della “Cena degli Arrabbiati” che si svolse a Roma, a base di pasta all’arrabbiata, il 4 giugno 2009 dopo l’Assemblea della sala Kirner. Pubblici impiegati, lavoratori privati, imprenditori, liberi professionisti, cittadini comuni e soprattutto gli abitanti di San Felice di Segrate (MI), discuteranno di quale politica sulla P.A. (statale, regionale provinciale e comunale) è oggi necessaria al Paese; di come vorremmo che essa sia (per noi tutti, cittadini e residenti) e se la P.A può (o non può) essere utile al bilanciamento dei poteri e ad un sereno svolgersi della vita sociale (a San Felice, a Milano, in Lombardia, in Italia).

Per la Pubblica Amministrazione


Tutti parlano di pubblica amministrazione e di pubblici impiegati, ma nessuno è un addetto ai lavori. Professori universitari, industriali, giornalisti, principi del foro e giudici, politici di ogni estrazione predispongono schemi, progetti, riforme, controriforme senza sapere di cosa stanno parlando. Soprattutto, non conoscono l’umanità del pubblico impiego, non sanno come si lavora e come si vive nel pubblico impiego. Costoro, che hanno sempre presentato i pubblici uffici come luogo di lettura di giornali, dagli anni ’70 in poi, non hanno accumulato altro che fallimenti e disastri. Una dimostrazione di ciò che dico sta nel fatto che ancora oggi si parla di fannulloni nonostante le innumerevoli e “illuminate” riforme.

A nessun “addetto ai lavori” è stato concesso di fornire la propria esperienza nell’elaborazione delle norme; non esiste, in Parlamento, alcun deputato o senatore che sia stato eletto in quanto pubblico impiegato. Vi sono forse professori, dirigenti regionali, funzionari pubblici ma non sono espressione del pubblico impiego e siedono in Parlamento perché provengono da una scuola politica ove hanno militato. Anche il massimo esponente dell’imprenditoria Italiana, Luca Cordero di Montezemolo, durante il convegno sul Trattato di Lisbona per l'inaugurazione della «School of Government» della Luiss, ha detto a gran voce che: «La politica ha la precisa responsabilità di non aver introdotto riforme adeguate per far funzionare bene la macchina dello Stato». (di Alessandro Bertasi 24/02/2010 – Il Tempo.it).

Questo non è il mio caso! Se sarò eletto, Io sarò colui che esprime il lavoro pubblico e per questo in grado anche di capire e tutelare il lavoro privato come quello della cooperazione che merita di essere rilanciato perché di fondamentale importanza sociale.

A differenza di tanti illustri e dotti personaggi, Io conosco la Pubblica Amministrazione dal suo interno, dalla sua parte vivente; Io sono portatore delle sue sofferenze, ma anche delle sue virtù.

Quando ho fatto accesso al pubblico impiego, ho fatto una scelta di campo, ho scelto di servire la “Nazione”.

E con questo animo ritengo di avere le idee e la capacità per rimettere in piedi la P.A. e partecipare ad un concreto percorso di crescita del Paese. Ciò perché una sana Pubblica Amministrazione corrisponde ad una sana impresa privata, ad un mercato ordinato, ad una onesta politica e ad un sereno vivere civile.

lunedì 8 marzo 2010

Per San Felice

Stimati residenti, cari amici,

non smetterò mai di ringraziare la mia amica di San Felice Anna Maria che 5 anni fa mi ha fatto conoscere il quartiere. Da allora vivo qui con la mia famiglia e non potrei vivere in nessun altro posto.

San Felice ha tanti problemi che devono essere affrontati e risolti, alcuni dei quali riguardano anche la competenza della Regione Lombardia come:

· la BREBEMI – deve necessariamente essere interrata perché non ci possiamo permettere inquinamento atmosferico ed acustico ulteriore a quello che già produce l’aereoporto di Linate. Gli effetti sulla salute e sul valore delle nostre case sarebbero disastrosi;

· la Metropolitana – invece di costruire strade ed affogare il nostro territorio nel cemento sarebbe stato più utile rafforzare il sistema delle metropolitane milanesi. Era notizia di pochi giorni or sono quella dell’inizio dei lavori per far arrivare la metropolitana fino a Paullo, poi è calato il silenzio.

Per affrontare i nostri problemi e perché il quartiere sia rappresentato in Regione

alle elezioni del Consiglio della Regione Lombardia che si terranno il 28 e il 29, marzo 2010, vota un sanfelicino,

metti una croce sul simbolo “UNIONE DI CENTRO” e scrivi sulla scheda “VALENTE”

lunedì 8 febbraio 2010

IL MIO PROGRAMMA


PUBBLICO IMPIEGO

· ACCESSO ALLA DIRIGENZA - Contro l’attuale sistema di attribuzione degli incarichi dirigenziali che non tutela ne gli incaricati ne i lavoratori, ripristinare un sistema trasparente e legale di sviluppo di carriera che garantisca le legittime aspettative di tutti i dipendenti per un migliore servizio ai cittadini anche attraverso la realizzazione della VICE-DIRIGENZA.

· POLITICHE INCENTIVANTI (FUA) - In Lombardia l’Agenzia delle entrate nel 2009 ha incassato quasi due miliardi di euro da accertamento, è un risultato non eccezionale ma “unico” per tutta la collettività ed evidenzia l’alta professionalità dei lavoratori lombardi. Ciò nonostante i premi di produttività sono stati tagliati. Si rende necessario intervenire senza indugio al fine di migliorare le politiche di incentivazione di tutte le pubbliche amministrazioni che raggiungono gli obiettivi, restituendo dignità professionale ed economica ai lavoratori.

COOPERATIVE

· VIGILANZA PUBBLICA - In tutta Italia ed in primis in Lombardia è necessario che il Ministero dello Sviluppo Economico RILANCI LA VIGILANZA PUBBLICA SULLE SOCIETÀ COOPERATIVE. Questo fondamentale settore (cooperative di lavoro, sociali, edilizie, di consumo) è destinatario di ingenti agevolazioni e finanziamenti regionali e deve essere sottoposto a vigilanza pubblica, strumento fondamentale per la salvaguardia della mutualità. Il rilancio della vigilanza potrebbe essere attuata a costo zero attraverso lo scambio di personale tra amministrazioni (mobilità volontaria). Nelle strutture periferiche ci sono lavoratori inutilizzati o utilizzati male che potrebbero essere riallocati in altri settori strategici. A titolo esemplificativo gli ispettori di cooperative, oggi presenti nelle Direzioni Provinciali e Regionali del Lavoro, potrebbero essere trasferiti agli Ispettorati territoriali delle Comunicazioni (che da poco tempo sono stati incaricati di vigilare sulle cooperative), in cambio del personale tecnico là in esubero (ingegneri, geometri, periti tecnici) da far affluire invece negli uffici, storicamente sguarniti, della Vigilanza Tecnica presso i Servizi Ispezione del Lavoro.

· FINANZIAMENTI - In Regione Lombardia i FINANZIAMENTI sono per lo più assegnati a cooperative di medio grandi dimensioni aderenti alle grandi Centrali Cooperative. Questa situazione va riequilibrata a favore ANCHE DELLE COOPERATIVE DI PICCOLE DIMENSIONI che spesso non possono permettersi strutture di supporto. Queste vanno sostenute, al pari delle altre, sia alla nascita che nei primi anni di vita, costituendo forse il solo sbocco per migliaia di lavoratori che sono stati e rischiano di essere espulsi in Lombardia dal processo produttivo.

FISCO

· Attuazione del FEDERALISMO FISCALE perché i soldi versati si traducano in servizi per chi li ha pagati. Sviluppare politiche di aiuto e non assistenzialiste per le regioni meno fortunate ma con limiti temporali e per obiettivi finalizzati e verificati.

· LOTTA AGLI EVASORI - Chi evade danneggia tutti e non ci sono giustificazioni per chi lo fa. Se tutti pagassero tutti pagherebbero meno ed i servizi pubblici sarebbero migliori, ci sarebbero più soldi da mettere nel circuito economico con il conseguente sviluppo della Regione e della Nazione. Per sconfiggere questo cancro sociale è necessario amplificare il cd “effetto deterrenza” con la PARTECIPAZIONE DEGLI ENTI LOCALI ALLA LOTTA ALL’EVASIONE fiscale.

MOBILITA’ E AMBIENTE

· TRASPORTI - L’Italia è una penisola stretta e lunga intasata dal traffico e soffocata dall’inquinamento. Anche qui, come per il turismo, basterebbe sfruttare le ricchezze che abbiamo SPOSTANDO LA MAGGIOR PARTE DEL TRASPORTO DI MERCI SUL MARE E SUI CORSI D’ACQUA NAVIGABILI. In gran parte della Lombardia i corsi d’acqua come i Navigli lo consentirebbero lasciando spazio anche all’ambiente. E’ incredibile ma a Milano c’è un porto, ed il marmo con cui è stato costruito il Duomo è stato portato attraverso corsi d’acqua poi interrati.

· INTERRAMENTO DELLA BREBEMI – a Segrate stanno per realizzare la BREBEMI BREBEMI, un’opera che porterà nel nostro territorio traffico, inquinamento ambientale ed acustico oltre al deprezzamento delle case dei residenti, come abitanti della zona dobbiamo poter dire la nostra e pretendere che almeno nel tratto che dovrebbe costeggiare San Felice e gli altri centri abitati venga interrata.

· REALIZZAZIONE DELLA METROPOLITANA FINO A PAULLO – chi abita il territorio di Segrate o dei comuni limitrofi, già da vent’anni sente parlare di metropolitana. C’è chi ha comprato contando su detta opera. Fino ad oggi, oltre che proclami e notizie poi taciute, non si è fatto nulla. E ora che le tasse pagate ritornino sotto dorma di servizi e che una volta per tutte venga realizzata la metropolitana … invece di continuare ad asfaltare ogni centimetro di verde rimasto.

· MEZZI PUBBLICI agevolare la mobilità dei lavoratori attraverso: l’incentivazione dell’uso delle biciclette; dei mezzi non inquinanti; dei mezzi pubblici che devono essere forniti a prezzi ridotti ai lavoratori (parte del costo potrebbe essere sostenuto dal datore di lavoro); prezzi ridotti per i parcheggi.

· AVVICINAMENTO ALLA PROPRIA ABITAZIONE consentire al lavoratore che lo richiede di essere trasferito presso la sede più vicina alla propria abitazione.

LAVORO DIPENDENTE E PENSIONI

· VALORIZZAZIONE DEL SALARIO - L’inevitabile riforma del sistema pensionistico che ha determinato il passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo non è ancora stata percepita nella sua “enormità” perché ancora nessuno è andato in pensione con il nuovo sistema. Per avere una pensione che si aggiri tra il 50% e il 60% della retribuzione si dovrà rinunciare al TFR. Saremo poveri e non potremo aiutare ne noi stessi ne i nostri figli che si troveranno proiettati in un sistema troppo competitivo caratterizzato dalla precarietà e dall’appartenenza alle diverse classi sociali. Per affrontare il futuro dobbiamo poter risparmiare ora:

· Introducendo UN’ALIQUOTA INTERMEDIA DEL 31% per i redditi oltre 20.000 euro e fino a 30.000 euro con un netto risparmio per la maggior parte dei lavoratori dipendenti o ripristinare il le aliquote del 2005 più favorevoli ai lavoratori dipendenti;

· Introducendo un sistema delle DEDUZIONI per qualsiasi ONERE OCCORSO PER L’ESERCIZIO DELLA PROFESSIONE come i costi di formazione e aggiornamento. Per i dipendenti pubblici oggi questi costi sono totalmente a carico del lavoratore;

· Detassare i BUONI PASTO e deducibilità dal reddito della parte dei costi non coperti dal buono; realizzare mense e ASILI a prezzi calmierati per i dipendenti;

· ORIENTAMENTO AL LAVORO istituire un organismo che si occupi di recepire i bisogni di professionalità delle aziende per i futuro ed in base ai bisogni indirizzare la formazione: diplomi e corsi di laurea.

· TUTELA DEL CONSUMATOREistituire un organo deputato a ricevere tutte le istanze dei consumatori o contribuenti ed indirizzarle alle varie autority competenti così da facilitare il ricorso del cittadino ai sistemi di risoluzione stragiudiziali delle controversie

TURISMO

L’Italia è il “Bel Paese” e la Lombardia non fa eccezione. Il turismo potrebbe rappresentare la fonte primaria di ricchezza e va tutelato con politiche di sviluppo e valorizzazione. Ciò potrebbe avvenire con la detassazione delle attività turistica e l’agevolazione delle iniziative nel settore. Gli operatori potrebbero così abbassare i prezzi in modo da renderli competitivi con quelli degli altri Paesi riportando il turismo in Italia e rendendolo fruibile anche dagli stessi italiani che spesso non possono permettersi di fare vacanze nel proprio paese.

domenica 7 febbraio 2010

COS'E' LA VICEDIRIGENZA

VICEDIRIGENZA

Il testo del D.D.L. n. 847/B ( c.d. decreto Brunetta), approvato in via definitiva dal Senato in data 25.02.2008 ha costituito per tutti i lavoratori e le lavoratrici del Pubblica impiego che per anni si sono visti negare le loro legittime aspettative, un ulteriore colpo.

L’art. 8, infatti, costituisce una norma interpretativa in materia di vicedirigenza. In esso si stabilisce.

L’art. 17 bis del D.Lgs. 165/2001 si interpreta nel senso che la vice dirigenza è disciplinata ad opera e nell’ambito della contrattazione collettiva nazionale del comparto di riferimento, che ha facoltà di introdurre una specifica previsione al riguardo. Il personale in possesso dei requisiti previsti dal predetto articolo può essere destinatario della disciplina della vicedirigenza soltanto a seguito dell’avvenuta costituzione di quest’ultima da parte della contrattazione collettiva nazionale del comparto di riferimento”

Con tale norma lo stesso Legislatore affida in sostanza il destino dei lavoratori destinatari dell’art. 17 bis innanzi citato alle organizzazioni sindacali che per anni si sono opposte alla costituzione dell’apposita area della vicedirigenza, al fine di poter evitare la regolare prosecuzione della carriera del personale in possesso dei requisiti richiesti dalla norma a favore di altre categorie di lavoratori da loro rappresentati non muniti degli specifici titoli.

E’ chiaro che la norma così formulata è destinata a rimanere lettera morta, mentre i lavoratori altamente professionalizzati si vedranno quotidianamente scavalcare da persone il più delle volte non in possesso neppure dei titoli previsti dalla legge per accedere alla terza area prevista dai contratti collettivi.

Ma vi è di più! La norma innanzi citata sembra in chiaro contrasto con gli articoli della Costituzione che in materia di diritto pubblico prevede l’attribuzione di specifiche posizioni giuridiche esclusivamente a norma di legge. Del resto tale principio si evince chiaramente anche dall’insieme delle norme dello stesso Decreto Brunetta che, sembra ricondurre la contrattazione collettiva nella sua più giusta posizione di fonte normativa di carattere secondario e non primario.

E allora come si concilia con l’art. 8 dello stesso Decreto che affida alla contrattazione collettiva non la disciplina, ma la stessa istituzione di posizioni giuridiche qualificate, quali quelle dei vicedirigenti?.

La nostra richiesta, quindi, è quella di abrogare l’art. 8 del Decreto Brunetta e riformulare l’art. 17 bis del D.L. 30.03.2001 n. 165 nel modo seguente:

E’ istituita l’apposita area della vicedirigenza nella quale è ricompreso il personale laureato appartenente alle posizioni C2 e C3, che abbia maturato complessivamente cinque anni di anzianità in dette posizioni o nelle corrispondenti qualifiche VIII e IX del precedente ordinamento (…. Omissis….).

Alla contrattazione collettiva è demandata esclusivamente la definizione del trattamento economico”.

IL MIO CV



CURRICULUM VITAE E PROFESSIONALE


Funzionario dell’Agenzia delle Entrate, coordinatore del Tavolo di lavoro sulla partecipazione degli Enti Locali alla lotta all’evasione fiscale.


Laureato in giurisprudenza presso l’Università degli studi di Roma la Sapienza; Master in “diritto tributario d’impresa” conseguito presso l’Università Commerciale Luigi Bocconi di Milano.


Membro della Commissione di vigilanza delle Cooperative presso la Prefettura di Milano per il triennio 2003/2006.


Giornalista pubblicista, ha redatto monografie ed articoli su tematiche fiscali ed inerenti la disciplina giuridica degli immobili vincolati dal Ministero per i Beni Culturali con particolare attenzione per i finanziamenti.


Partecipa come relatore a convegni, conferenze e seminari su argomenti di fiscalità locale e nazionale per conto di enti pubblici, ordini professionali ed Università.


E’ rappresentante dei lavoratori per la sicurezza presso l’Agenzia delle entrate, Direzione regionale della Lombardia.